I due Vagamondi: da fotografi di viaggio ad unici abitanti di un borgo

Dopo anni in giro per il mondo, Simone e Romina, fotografi e content creator, hanno deciso di seguire il loro cuore e tornare alle origini, trasferendosi in un borgo abbandonato in Piemonte. In questo articolo esploriamo la loro storia e le motivazioni che li hanno spinti a scegliere una vita lenta a stretto contatto con la natura.

Il richiamo delle montagne

Nel 2020, Simone e Romina esploravano il mondo, catturando con le loro fotocamere l’essenza di paesaggi e culture straordinarie. Ma dopo anni di viaggi senza sosta, ogni esperienza li spingeva a chiedersi cosa significasse per loro "sentirsi a casa".

Ascoltandosi, si sono resi conto che nessun posto al mondo dava loro la pace che trovavano tra le montagne di Cuneo, la loro terra natale. Così, il desiderio di riconnettersi alle radici per vivere una vita più semplice è diventato il loro nuovo obiettivo. Simone e Romina hanno passato molto tempo a cercare il posto giusto, un luogo che potesse offrire loro tranquillità e connessione con la natura. Alla fine, hanno trovato Tetto Caban, un borgo abbandonato a 900 metri di altezza nel Comune di Peveragno: è stato amore a prima vista.

Opportunità e sfide

Simone e Romina hanno iniziato a costruire la loro nuova vita su fondamenta di autenticità e lentezza. Nell'antico borgo di Tetto Caban, hanno riscoperto antiche tradizioni, come la panificazione nel forno a legna, e hanno cominciato a vivere al ritmo della natura e a coltivare un orto per diventare sempre più autosufficienti.

Ripopolare un borgo abbandonato può essere un'esperienza magica, ma anche piena di sfidei. La gestione delle risorse, la manutenzione della casa e l'adattamento a un clima rigido richiedono impegno e determinazione. A volte, raccontano Simone e Romina, le condizioni meteorologiche possono complicare le cose, come nel caso di un blackout totale che li ha costretti a vivere in modo primordiale per alcuni giorni.

La mancanza di comodità moderne può essere impegnativa, ma l'effetto curativo della natura circostante gli offre un costante promemoria delle ragioni per cui hanno fatto questa scelta di vita.

Riscoprire il valore della comunità

Vivere in un luogo isolato ha insegnato a Simone e Romina il valore della comunità. Anche se sono gli unici abitanti del borgo, hanno iniziato a costruire relazioni con le persone che vivono nei dintorni. Con loro condividono esperienze, scambiano risorse e si supportano a vicenda. Riscoprire questi valori ha arricchito incredibilmente la loro vita, facendo nascere in loro un senso di appartenenza che non avevano mai sperimentato.

La profonda connessione con la natura è un altro aspetto fondamentale della loro nuova vita. Ogni giorno, la bellezza dei paesaggi circostanti offre nuove opportunità di esplorazione e riflessione. Camminare tra le montagne, osservare gli animali selvatici e godere della tranquillità del luogo sono esperienze che nutrono la loro anima ogni giorno.

La Forza del coraggio

Molti visitatori e conoscenti restano stupiti dal coraggio di Simone e Romina nel fare questa scelta di vita. Ma cosa significa realmente avere coraggio? Per ciascuno può avere un significato diverso. Per loro, ritrovare la forza del coraggio ha significato di lasciare un lavoro sicuro per inseguire il sogno di restituire vita ad un luogo dimenticato, e vivere una vita più naturale e connessa.

Per la coppia, il coraggio non è l'assenza di paura, ma la capacità di affrontarla. Ogni giorno si svegliano con le loro incertezze, ma hanno imparato a gestire la paura e a trasformarla in una spinta creativa. Secondo loro, quando questa emozione diventa una guida, un'opportunità per riflettere, possiamo davvero crescere e realizzare i nostri desideri.

Il progetto I Due Vagamondi

Oggi, Simone e Romina hanno anche trasformato la loro passione per la fotografia e il videomaking in un diario visivo, I Due Vagamondi, dove raccontano la bellezza della loro vita semplice, a volte faticosa, ma profondamente autentica.

Il B&B che hanno creato è la naturale estensione di questa filosofia. Non è solo un luogo dove soggiornare, ma un rifugio per l’anima. Simone e Romina accolgono gli ospiti come amici, offrendo loro un’immersione totale nello slow living.

In quest'oasi di pace si può camminare tra i boschi, assaporare piatti preparati con ingredienti locali e scoprire il piacere delle cose semplici, come il silenzio delle montagne o il calore di una chiacchierata accanto al camino.

In conclusione

Dopo anni di viaggio come fotografi in giro per il mondo, la vita lenta ha trasformato Simone e Romina. Insieme hanno ridato vita al borgo abbandonato di Tetto Caban, riscopendo il significato di casa, comunità e connessione con la natura. La loro storia ci ricorda che la destinazione più importante non è un punto sulla mappa, ma quel paesaggio interiore dove troviamo il coraggio di trasformare i nostri sogni in realtà.

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