RECUP: Combattere lo spreco alimentare con l'inclusione sociale

In questo articolo, esploriamo RECUP, una fantastica iniziativa che affronta lo spreco alimentare recuperando il cibo dai mercati rionali e redistribuendolo a chi ne ha più bisogno. Scopriremo come funziona questo progetto, il ruolo fondamentale della collaborazione comunitaria e l'impatto positivo che ha sull'ambiente e sulla società.

Il progetto RECUP

Ogni anno, milioni di tonnellate di cibo perfettamente commestibile finiscono nella spazzatura, e questo non succede solo nei campi o durante la produzione, ma anche nei mercati e nelle fasi di distribuzione. Ed è qui che entra in gioco RECUP, un’iniziativa nata nel 2016 a Milano con un obiettivo molto chiaro: combattere lo spreco alimentare e, allo stesso tempo, promuovere l'inclusione sociale. Insomma, una soluzione semplice ma brillante per affrontare un problema complesso.

Come funziona?

Come funziona? Prima di tutto i volontari di RECUP vanno nei mercati rionali di Milano e Roma e parlano con i commercianti. Chiedono se sono disposti a donare frutta e verdura che non possono più vendere, magari perché è un po' ammaccata o troppo matura per i clienti. Questi alimenti, che altrimenti finirebbero nei cassonetti, vengono invece raccolti con cura e redistribuiti a chiunque ne abbia bisogno.

Il processo di RECUPero è tanto semplice quanto efficace. I volontari si presentano ai mercati rionali di Milano e Roma, con cassette pronte a raccogliere tutto ciò che i commercianti non vogliono più. Dopo aver raccolto il cibo, viene posizionato in un punto strategico del mercato, ben visibile e accessibile. La parte migliore? Chiunque può avvicinarsi e prendere ciò di cui ha bisogno, senza restrizioni e senza domande. Non ci sono barriere o stigmi, solo persone che si aiutano reciprocamente.

Il valore del cibo salvato

I numeri di RECUP parlano chiaro: in soli quattro anni, il progetto ha recuperato oltre 47 tonnellate di frutta e verdura. Immagina quante risorse sono state salvate! Ogni chilo di cibo recuperato non è solo cibo che viene dato a chi ne ha bisogno, ma rappresenta anche l'acqua, il lavoro, e l'energia che sarebbero andati persi. Pensate a quanta fatica e quante risorse naturali sono dietro una semplice mela o un pomodoro, e quanto sia un peccato sprecarle. RECUP, con il suo lavoro quotidiano, ci ricorda che ogni piccolo gesto conta, e che anche un singolo frutto salvato può fare la differenza.

Una comunità inclusiva

Questo sistema non è solo una risposta pratica allo spreco, ma crea anche un senso di comunità unico. Nel momento in cui qualcuno si avvicina per prendere una mela o qualche verdura, si genera un’occasione per incontrare, parlare e condividere. A RECUP partecipano persone di tutte le età e provenienze: ci sono studenti, pensionati, genitori, immigrati, tutti riuniti dal desiderio di non sprecare e di sostenersi a vicenda. La diversità diventa una forza, e il mercato si trasforma in uno spazio inclusivo e vivace, contribuendo a creare una vera rete di solidarietà.

RECUP come atto politico

Ma RECUP non è solo beneficenza. Per i volontari, recuperare il cibo è un vero e proprio atto politico. Recuperare significa lottare contro un sistema che produce troppo e spreca altrettanto, ignorando le disuguaglianze e l’impatto sull’ambiente. Significa opporsi allo spreco di risorse e agire in modo concreto per promuovere una distribuzione più equa. Ogni banana salvata, ogni cavolfiore recuperato rappresenta un passo verso una società più giusta, che mette le persone e il pianeta al centro delle proprie scelte.

Il futuro di RECUP

RECUP guarda al futuro con grandi ambizioni. L'obiettivo non è solo continuare a crescere a Milano e Roma, ma ispirare altre città a fare lo stesso, creando una rete virtuosa su tutto il territorio nazionale. Immaginate un futuro in cui ogni mercato rionale in Italia abbia un proprio gruppo di volontari pronti a recuperare il cibo in eccesso e condividerlo con la comunità. Sarebbe un cambiamento radicale, non solo in termini di riduzione dello spreco alimentare, ma anche per il modo in cui viviamo i nostri quartieri e le nostre città. La speranza è che il modello di RECUP diventi replicabile ovunque: un piccolo esercito di persone armate di cassette e tanta buona volontà, pronte a dimostrare che la sostenibilità parte da gesti quotidiani e concreti.

In conclusione

RECUP è molto più di un semplice progetto contro lo spreco alimentare: è un vero e proprio movimento per l'inclusione sociale e la sostenibilità. Attraverso il recupero e la redistribuzione del cibo, RECUP promuove valori di comunità, di condivisione e di rispetto per le risorse. In un mondo dove troppo spesso buttiamo via il superfluo, RECUP ci insegna il valore delle piccole cose e ci ricorda che il cambiamento comincia dal basso, dalle scelte che facciamo ogni giorno. È una prova concreta di come, unendo le forze per combattere lo spreco alimentare attraverso l'inclusione sociale, possiamo gettare le basi per un futuro più giusto per tutti.


A cura di Valentina Bracciodieta

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