C'è un sentiero che si apre nel muschio. Profuma di mare, di legna bagnata, di vento del nord.
Rubha Phoil è questo: una penisola antica, immersa nel verde. Una scogliera affacciata sull’oceano, a pochi passi da Armadale, nell’estremo sud di Skye.

Qui, cresce una piccola comunità intenzionale nata per rigenerare la terra, i legami, e il senso profondo dell’abitare. Un progetto che cresce lentamente, come un albero che affonda le radici nel tempo, e allunga i rami verso chi cerca un’alternativa di vita più libera e autentica.

La permacultura come fondamento di vita

A Rubha, la permacultura non è un orto ben fatto. È un modo di fare esperienza del mondo.
Ogni decisione, ogni costruzione, ogni interazione segue i tre principi cardine: cura della Terra. Cura delle persone. Condivisione equa.

La terra è viva, e viene ascoltata. Il cibo cresce nei giardini-foresta, dove le piante si intrecciano spontaneamente in ecosistemi resilienti. I sentieri sono morbidi, le case biodegradaili, il bosco libero di respirare.

Si raccolgono erbe selvatiche, si costruisce con materiali naturali, si cucina con ciò che offre la stagione. Qui, la ostenibilità non è ideologia, è pratica quotidiana.

Vita condivisa a misura d’anima

A Rubha vivono tra le 5 e le 10 persone, in base alla stagione e ai percorsi di chi passa e resta.
Una dimensione intima, volutamente contenuta, che permette di guardarsi dentro, conoscersi davvero e avanzare insieme, senza fretta ma senza sosta.

Le relazioni qui sono lente, sincere, e fondate su cura reciproca e ascolto autentico. Non si vive per produrre, ma per imparare a convivere, con la Terra, con sé stessi e con gli altri,

Ogni giornata si costruisce tra piccoli gesti: cucinare insieme, raccogliere erbe nel bosco, sistemare un sentiero. Attorno a un tavolo, davanti al fuoco, dentro una yurta. Ogni momento è occasione per allenare la presenza, la fiducia, la coerenza.

Rubha non è per tutti. Ma chi ci passa, spesso ci torna. E chi resta, sente di aver trovato casa.

Imparare con corpo, mente e cuore

Rubha Phoil è anche un luogo di apprendimento profondo e trasformativo, dove si impara non tanto da un programma, ma dall’esperienza olistica e diretta.

Chi arriva può immergersi nella permacultura vissuta, osservando e partecipando alla progettazione degli spazi, alla cura del suolo, alla trasformazione degli scarti in risorse. Si impara come leggere il paesaggio, come relazionarsi con le piante e con i cicli stagionali.

C’è poi la dimensione della connessione con il selvatico: camminate lente nel bosco, orientamento naturale, costruzione di rifugi, silenzio ascoltato e praticato. Non si tratta di abitare la Natura, ma di ritornare a sentirsi realmente parte di essa.

Un altro pilastro è la cultura rigenerativa: comunicazione empatica, gestione nonviolenta dei conflitti, lavoro interiore. Qui la comunità è maestra, e ogni interazione diventa palestra per crescere insieme. A Rubha Phoil la trasmissione è orizzontale, circolare, conviviale.

Come partecipare

Rubha Phoil apre le sue porte a viaggiatori consapevoli, famiglie, gruppi educativi, volontari, anime in cerca di autenticità. È possibile soggiornare nelle piccole capanne in legno, o campeggiare in tenda immersi nella foresta.

Chi vuole può contribuire con il proprio tempo, le proprie competenze, o semplicemente con la propria presenza. È anche possibile proporre progetti, avviare micro-impieghi, oppure candidarsi per una residenza a lungo termine, diventando parte del cuore di questa visione.

In conclusione

Rubha Phoil è una piccola comunità intenzionale che ospita tra le 5 e le 10 persone. Si trova all’estremo sud dell’Isola di Skye, in Scozia, affacciata sull’oceano e immersa nel verde.

Un luogo dove la Terra si prende cura delle persone, e le persone si prendono cura della Terra. Dove permacultura, connessione con la Natura e vita comunitaria sono pratiche quotidiane di trasformazione.

Perché la rigenerazione non è solo un’idea. È un gesto. Una relazione. Una scelta che si ripete ogni giorno grazie alla forza condivisa. E sulla costa rocciosa dell’Isola di Skye, qualcuno la sta già facendo.

A cura di Valentina Bracciodieta