Cambiare vita sul serio: il coraggio di scollocarsi
Sempre più persone sentono il richiamo di una vita diversa, fuori dagli schemi del lavoro tradizionale e delle logiche di produzione e consumo imposte dalla società. Ma è davvero possibile "scollocarsi" e vivere in modo più autonomo e sostenibile?
Perché scollocarsi?
Il concetto di scollocamento, reso popolare da autori come Paolo Ermani, parte da una riflessione critica sul modello economico attuale. Viviamo in una società in cui il lavoro assorbe la maggior parte del nostro tempo ed energia, spesso a scapito della salute, delle relazioni e del benessere interiore. Ma siamo davvero obbligati a seguire questa strada?
Scollocarsi significa rimettere in discussione le proprie priorità, ridurre la dipendenza dal denaro e cercare modi alternativi per soddisfare i propri bisogni. Non si tratta necessariamente di abbandonare ogni forma di lavoro, ma di trovare un equilibrio tra ciò che si fa per vivere e ciò che ci fa sentire vivi.
Le sfide dello scollocamento
Passare da un'esistenza strutturata intorno al lavoro salariato a una più autonoma non è semplice. Tra le principali difficoltà ci sono:
Il bisogno di un reddito alternativo: senza un classico stipendio, come ci si mantiene? Alcune soluzioni includono la riduzione delle spese, l'autoproduzione e piccoli lavori indipendenti.
La gestione della paura: l'insicurezza economica, il giudizio altrui e la paura di fallire possono essere ostacoli psicologici difficili da superare.
L'apprendimento di nuove competenze: coltivare il proprio cibo, costruire, riparare, gestire risorse in modo efficiente sono abilità fondamentali per chi vuole svincolarsi dal sistema.
È possibile scollocarsi?
Non esiste una risposta unica. Alcuni riescono a creare una vita soddisfacente con meno denaro e più tempo libero, altri faticano a trovare un equilibrio. La chiave potrebbe essere una transizione graduale, fatta di piccoli passi e sperimentazioni.
Quello che è certo è che il desiderio di libertà è una scelta che richiede coraggio, creatività e determinazione.
Tu hai mai pensato di scollocarti? Quali sono le tue maggiori preoccupazioni o motivazioni?
E se potessi vivere senza lavorare 8 ore al giorno?
Per molti, questa domanda suona come un’utopia. Il lavoro è spesso visto come un obbligo ineluttabile, l’unica via per garantirsi sicurezza e dignità. Ma è davvero così? O esistono alternative che ci permettono di vivere con più libertà, meno stress e maggiore consapevolezza?
Il lavoro come gabbia (o come scelta)
Molti di noi lavorano per pagare bollette, affitti e spese spesso superflue, ingabbiati in un ciclo che sembra impossibile da spezzare. Il modello dominante ci insegna che il successo si misura in stipendi e proprietà, ma a quale costo? Stress, ansia, vite scandite da orari rigidi e tempo libero ridotto al minimo. Siamo davvero liberi in questo sistema?
Paolo Ermani ha dedicato anni a esplorare il concetto di "scollocamento": un’uscita consapevole dai meccanismi del lavoro tradizionale, che ci permette di abbracciare uno stile di vita più autonomo, sostenibile e liberatorio.

Scollocamento: un cambiamento profondo
Ma scollocarsi non significa semplicemente lasciare un lavoro. È una trasformazione profonda del nostro modo di pensare e di vivere. Si tratta di ridurre la dipendenza dal denaro e dal consumismo, di riscoprire l’autoproduzione, il mutuo aiuto, la condivisione di risorse e di sviluppare abilità pratiche che ci permettano di vivere con meno, ma con più consapevolezza.
Scollocarsi è un'opportunità di ripensare la nostra vita. Vuol dire chiedersi: "Di quanto ho davvero bisogno?" e "Come posso abbattere le barriere tra me e un'esistenza che non dipenda da un lavoro tradizionale?". Significa, inoltre, liberarsi dalla gabbia di un lavoro che non rispecchia i nostri veri desideri.
Downshifting: un ritorno al senso
Similmente, un altro concetto che sta prendendo piede è il "downshifting". Si tratta di ridurre la velocità della propria vita, scegliere di guadagnare meno per vivere meglio, rinunciare alla corsa frenetica verso il successo per riscoprire il valore delle cose semplici. La società moderna ci ha abituati all'idea che la felicità dipenda dal possesso materiale, dal consumo e dalla corsa al miglioramento costante. Ma cosa succederebbe se smettessimo di rincorrere il “più” e ci fermassimo un momento a riflettere su cosa sia davvero importante?
Il downshifting ci invita a mettere in discussione la visione dominante, suggerendo un’alternativa che ha come obiettivo la riscoperta della lentezza, della semplicità, del contatto umano e di una vita più autentica. Non è un'uscita dalla società, ma una riscoperta dei valori più essenziali, un ritorno al senso e alla consapevolezza di ciò che conta davvero.
Le ansie della vita moderna
Oggi più che mai, ci troviamo in una costante ansia di guadagnare per spendere, di apparire per essere apprezzati, di soddisfare le aspettative sociali. Questo modo di vivere ci espone a un continuo stress psicofisico che ci distoglie dalla nostra vera essenza. Il downshifting, come lo scollocamento, propone un’alternativa che ci permette di rivedere le nostre priorità e vivere una vita che ci appartiene davvero, fatta di relazioni autentiche e di un ritmo più umano.
Il fenomeno del “Great Resignation”
Negli Stati Uniti, il fenomeno del “Great Resignation” ha visto milioni di persone lasciare il proprio lavoro in cerca di un’esistenza più equilibrata. Questo fenomeno ha trovato eco anche in Europa e, più recentemente, in Italia, dove il numero di dimissioni da parte di lavoratori dipendenti è aumentato significativamente. Non si tratta solo di una crisi del mercato del lavoro, ma di un cambiamento nel modo in cui vediamo il lavoro e il nostro posto nel mondo. Le persone non vogliono più sacrificare la loro vita per un modello che non le soddisfa.
Chi lo ha fatto e come
In Italia e nel mondo, sempre più persone stanno sperimentando modi di vivere alternativi, come Gianluca Pagella e Devis Bonanni, che hanno scelto strade radicalmente diverse. Gianluca, ad esempio, ha abbandonato il suo lavoro nell'automotive per occuparsi di piccole riparazioni con una cargo bike.
Devis ha scelto di vivere nelle montagne del Friuli, coltivando la terra invece di lavorare in ufficio. Questi esempi ci mostrano come sia possibile fare delle scelte coraggiose, orientate alla sostenibilità e alla qualità della vita.
Da dove iniziare?
Se ti stai chiedendo come fare il primo passo, il consiglio è di partire con la curiosità. Il primo passo è informarsi, capire che un altro modello di vita esiste e che può funzionare. Poi, sperimenta: riduci le tue spese, apprendi nuove competenze, costruisci reti di supporto. Non serve mollare tutto da un giorno all’altro, ma iniziare a mettere in discussione abitudini e convinzioni.
Riprendersi il centro: la cattedrale dentro di noi
È interessante leggere, in alcuni articoli che commentano i dati sulle dimissioni volontarie, che “il problema è che più che un cambio di occupazione, al fenomeno dell'aumento delle dimissioni dei lavoratori dipendenti non sembra corrispondere un passaggio ad altra occupazione, quanto piuttosto un allontanamento permanente dal mercato del lavoro”.
Ma qual è esattamente il problema?
Che migliaia di persone stiano scegliendo di diventare protagoniste della propria vita?
Che abbiano deciso di provare, invece di rimandare?
Che si stiano chiedendo cosa significhi davvero "vivere"?
Forse non si tratta di un problema, ma di un cambiamento evolutivo.
Forse alcune aziende non sono più adatte al tempo che stiamo vivendo.
Forse, quelle stesse persone che stanno lasciando tutto, stanno innalzando la loro cattedrale interiore — come nella storia dei due operai: uno ammucchia mattoni, l’altro costruisce una cattedrale.
Scollocarsi non è solo lasciare un lavoro.
È fare spazio a una revisione interiore profonda.
È smettere di cambiare solo il “fuori” e iniziare a cambiare da dentro.
Un esercizio semplice (e potente)
Prendi carta e penna e rispondi a questa domanda:
Se ti restasse solo un’ora da vivere, cosa faresti nei prossimi 60 minuti?
Ora guarda la tua risposta.
Quante di quelle hai scritto hai fatto nelle ultime 24 ore?
Stai andando dove i tuoi sogni vorrebbero portarti?
Cosa ti serve?
Cosa te lo impedisce?
Di che cosa sono fatti i tuoi blocchi, le tue paure?
Da dove arrivano?

La buona notizia è che non sei solo/a in questo viaggio… c’è chi lo ha fatto prima di te!
Ci sono storie di chi ha cambiato vita per scelta, o a seguito di un fallimento, e ha trasformato quel punto di rottura in un inizio. Persone che, scegliendo la propria verità, hanno creato qualcosa che ha valore anche per gli altri. Sul canale YouTube di Eutopia trovi tante storie come queste.
E tu, quale cattedrale vuoi costruire?
La tua? Quella che parla di te, dei tuoi talenti, della tua visione del mondo?
Allora inizia a costruirla oggi, anche un mattone alla volta è un inizio!
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